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PIETRO DI DANTE

E DEL

SUO COMMENTO.

Poche sono le notizie che abbiamo intorno alla vita del nostro Pietro. Sappiamo dal Filelfo che cum Florentiae coepisset navare operam juri civili, deinde Senae, Bononiae demum studium explevisset, essetque jureconsultus effectus, doctoratusque donatus insignibus, assidue, dum pater vixit, eum secutus est pientissime. Post patris obitum . . . dimissa Ravenna, Veronam accessit, et cum assiduitate consultandi, tum felicitate patriae memoriae, multorum adjumentis ditissimus factus est, incoluitque Veronam (1). Anche Leonardo

(1) Vit. Dant. Aligh.

Aretino dice che studiò in legge e divenne valente, e per propria virtù, e per favore della memoria del padre, si fece grand' uomo, e guadagnò assai, e fermò suo stato a Verona con assai buone facoltà (1). Col titolo di Giudice di Verona ch'era un grado molto distinto, si vede enunziato in un Atto del maggior Consiglio di quella città, dell'anno 1337, in cui si legge: praesentibus sapientibus viris Dominis Petro de Aligeriis Judice Communis ec. (2). Nel 1361 era Vicario del Collegio dei Giudici e del Podestà Niccolò Giustiniani (3). Morì in Treviso nel 1364, secondo il Litta (4). Il Maffei dice nel 1361, e cita un Necrologio, cioè libro de' morti, che si conservava presso le Monache di S. Michele in Campagna, ov' era notato al detto anno: obitus Domini Petri Dantis de Aligeris, patris sororum Aligeriae, Gemmae, et Luciae (5). Un magnifico mausoleo gli fu eretto nel Chiostro degli Eremitani di S. Margherita (6) di Treviso, ma fu distrutto, e rimane l'iscrizione,

(1) Vita di Dante.

(2) Maffei Scritt. Veron. Lib. II.

(3) Giulio del Pozzo Elog. Colleg. Veronen.

(4) Famiglie celebri italiane.

(5) Loc. cit.

(6) Così il Litta. Il Mazzucchelli ed altri dicono nel Chiostro di

S. Caterina.

che esiste nella Libreria Capitolare, ed è la seguente:

Clauditur hic Petrus tumulatus corpore tetrus,
Ast anima clara coelesti fulget in ara:

Nam pius et justus juvenis fuit, atque venustus,
Ac in jure quoque simul inde peritus utroque.
Extitit expertus multum, scriptisque refertus,
Ut librum patris caveis aperiret in atris,
Cum genitus Dantis fuerit super astra volantis
Carmine materno decurso prorsus Averno,
Menteque purgatas animo revelante beatas,
Quo sane dive gaudet Florentia cive.

Da Jacopa, sua moglie, che morì nel 1358, ebbe Pietro cinque femmine, cioè Aligeria (1), Gemma, Lucia, le quali si resero monache nel Convento di S. Michele in Campagna, Elisabetta ed Antonia: e tre maschi, secondo il Litta (2), cioè Bernardo, Dante II, e Jacopo. Il Pelli (3) ne aggiunge un altro, nominato Pietro II. È probabile che a Jacopo appartengano alcune rime, che altri attribuisce a suo zio Jacopo, ed altresì un componi

(1) Il Pelli, Memorie per la vita di Dante, la chiama Alighiera. (2) Loc. cit.

(3) Loc. cit.

mento in più Capitoli inedito, intitolato il Dottrinale (1). Anche il Filelfo dice di lui: ex eo (scilic. Petro) natus est Jacobus, qui tantumdem adhibuit operam legum scientiae, rhythmisque interpretatus est avi codicem, rei veritate a Petri patris commentariolis accepta. Extant autem in hunc usque diem utriusque sententiae, et quas Petrus de Dantis sui patris protulit libris, et quas Jacobus rhythmis expressit (2).

Pietro scrisse alcune poesie in lingua volgare, ma è da dubitare fortemente s'egli sia l'autore di tutte quelle che vanno in alcuni Codici sotto il suo nome. Così per es. il Cod. Laurenz. N.o 38. Plut. XL. ha un Capitolo in terza rima col titolo: Vita Dantis Allegherii edita per Petrum ejus filium, e che incomincia:

Come per dritta linea l'occhio al sole.

Ora, questo componimento nel Cod. Riccard. N.o 1026, ed in altri, è assegnato a Maestro Simone Sardini da Siena, o di Ser Dino Forestanei secondo il Cod. della pubblica Bibliot. di Siena.

Il Canto parimente sulla divina Commedia, che incomincia:

(1) Litta loc. cit.

(2) Loc. cit.

O voi, che sete del verace lume,

pubblicato sotto il nome di Pietro di Dante nell'Ediz. rom. del 1815 e del 1820, ed in quella di Padova del 1822, si trova generalmente e quasi sempre nei Codd. sotto quello di Jacopo Dante, o di un figlio di Dante; e fra tutti quelli della Laurenziana, e sono in buon numero, due solamente portano il nome di Pietro di Dante, cioè lo Strozziano N.o 161, ed il Cod. di Santa Croce N.o I. Plut. XXVI.

Attribuito pure a Messer Piero Dante si ha nel Cod. Riccard. N.° 1091 un Sonetto che incomincia: Quando il fanciul da piccolo scioccheggia;

ma nel Cod. Magliab. N.o 40. Palch. II, ov'è intitolato Ammaestramento, è senza nome d'autore, e si trova di più stampato con qualche diversità tra le rime del Burchiello nell' ediz. del 1757, pag. 101.

Anche una Canzone morale segnata col suo nome, e che incomincia:

Quelle sette arti liberali in versi,

si legge nel sopraccitato Cod. Riccard. N.° 1091. Ma oltre al non esser certi se sia di Pietro, non

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