Opere volgari di Giovanni Boccaccio: cor, su i testi a penna, Volumes 12-13

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Per il Magheri, 1832 - 17 pages
 

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Page 135 - Per le nuove radici d' esto legno Vi giuro che giammai non ruppi fede Al mio signor, che fu d' onor sì degno. E se di voi alcun nel mondo riede, Conforti la memoria mia, che giace Ancor del colpo che invidia le diede. Un poco attese, e poi: Da ch...
Page 245 - La gente nuova ei subiti guadagni Orgoglio e dismisura han generata, Fiorenza, in te; sì che tu già ten piagni.
Page 21 - Ma quell' altro magnanimo, a cui posta Restato m' era, non mutò aspetto, Nè mosse collo, né piegò sua costa : E se, continuando al primo detto, Egli han quell'arte, disse, male appresa, Ciò mi tormenta più che questo letto. Ma non cinquanta volte fia raccesa La faccia della Donna che qui regge, Che tu saprai quanto queir arte pesa. E se tu mai nel dolce mondo regge, Dimmi : perché quel popolo è sì empio Incontr' a' miei in ciascuna sua legge ? Ond...
Page 146 - E poi che forse gli fallia la lena, di sè e d'un cespuglio fece un groppo. Diretro a loro era la selva piena di nere cagne, bramose e correnti, come veltri ch'uscisser di catena.
Page 166 - Quella che giva intorno, era più molta, E quella men, che giaceva al tormento, Ma più al duolo avea la lingua sciolta. Sovra tutto 'l sabbion d' un cader lento Piovean di fuoco dilatate falde, Come di neve in alpe senza vento. Quali Alessandro in quelle parti calde D...
Page 28 - Quando s' appressano o son, tutto è vano Nostro intelletto ; e s' altri non ci apporta. Nulla sapem di vostro stato umano. 100 Porè comprender puoi che tutta morta Fia nostra conoscenza da quel punto Che del futuro fia chiusa la porta. » Allor, come di mia colpa compunto, Dissi : « Or direte dunque a quel caduto, no Che il suo nato è co...
Page 235 - Nepote fu della buona Gualdrada : Guidoguerra ebbe nome, ed in sua vita Fece col senno assai e con la spada. L' altro, che appresso me 1' arena trita, È Tegghiaio Aldobrandi, la cui voce Nel mondo su dovrebbe esser gradita.
Page 226 - Non il presente nostro autore, la luce del cui valore è per alquanto tempo stata nascosa sotto la caligine del volgar materno, è cominciato da grandissimi letterati ad essere desiderato e ad aver caro? E quanti secoli crediam noi che l'opere di costoro serbin loro nel futuro?
Page 120 - Pie con artigli, e pennuto il gran ventre : Fanno lamenti in su gli alberi strani.
Page 218 - ... come ragionando di costoro si converrebbe fare. E questo detto, prima gli dice in generale chi essi sono, poi discende a nominarne alcuno in particulare, e dice: In somma, cioè su brevità, sappi che tutti fur cherci, E letterati grandi e di gran fama, D' un peccato medesmo, cioè di soddomia, al mondo lerci, cioè brutti.

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