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GIORNALE

DI

SCIENZE LETTERE E ARTI

PER LA SICILIA

DIRETTO

DAL BAR. V. MORTILLARO

VOL. 73

ANNO 19

GENNAJO FEBBRAJO MARZO

PALERMO

PRESSO LA STAMPERIA ORETEA

Via macstra dell'Albergaria N. 240.

1841

NUM. 217.- GENNAJO 1841.

PARTE PRIMA

I.

Discorso sull'Abate di Condillac, pronunziato nell' Accademia Pontaniana dal Can. CARLO RODRIGUEZ di Lipari.

Je ne me fais point d'illusion: c'est à votre indulgence que je dois l'honneur de prendre place parmi vous.

Dottissimi Colleghi

Quando l'illustre di Condillac il luogo assunse del Sig. D'Olivet nell'Accademia Francese, volle dar cominciamento alla sua dotta orazione (1) con far conoscere essere stata indulgenza di quelli chiarissimi ingegni più che proprio merito lo averlo tra di loro ascritto. Siffattamente a voi, egregi Colleghi, io mi presento, or che la somma onoranza mi concedeste di segnare il mio nome tra quanti l'Europa decorano, e dei quali oltre n'è andata la fama.

Fu viva in vero la gioia del mio core, allorchè tra voi, son di già due anni, venni a sedere; ma sommo è ora il mio compiacimento, e la tenerezza mia. Ed acciò un vivo testimonio di riconoscenza possa tributarvi senza uscire, o ragguardevolissimi, dai limiti che il mio genere di studio a me prescrive; voglio dello stesso Ab. di Condillac tener ragionamento, ed in brevissimi tratti far chiaro quale fosse il suo sistema filosofico, ed a qual filosofo ravvicinar mai si possa.

(1) Pronunziata il dì 22 Dicembre 1768.

Caduto in Francia il sistema del Cartesio, e del Malebranche, venne fuori quello del Condillac creatore di una nuova Ideologia (1), il quale comechè non altra potenza vedeva nella mente all'infuori della sensazione, produsse la scuola del sensualismo, che seco pur tragge il materialismo, e l'uomo disfigurò fino a renderlo più che bruto.

Trovò esso molti seguaci in Destutt Tracy, Cabanis, Volney, Laromiguière, Degerando, Garat, Droz, Lancellin, ed aveva avuto sin dal principio tra' suoi un La Mettrie, un Helvétius, un Holbac, e lui seguì il Lallebasque con cieca confidenza, e ne perfezionò i principi, tuttochè non con tanta buona fede abbia detto, nella introduzione alla filosofia naturale del pensiero (2), che quelle dottrine si erano ricevute con molta superstizione, com'egli non fosse lo idolatra del Condillac. Ma esaminiamo qualche suo principio.

E sui principi fondamentali dell'arte di pensare di quel dotto portando la mia attenzione, resto sommamente sorpreso, allorchè vi discopro lo empirismo più mostruoso (3), che tende in ogni conto a distruggere qualunque attività nello spirito con delle teorie, che spargono densissima caligine sulle questioni più

(1) Tracy, Ideol., p. 14. Bruxelles 1826.

(2) Sez. 2, C. 1, fogl. 114, e seg. a Lugano 1826.

(3) Ho di già fornito sin da gran tempo un lavoro, che porta per titolo l'Empirismo confutato da sè medesimo; ossia Saggio critico ragionato sulla Logica di Condillac, la cui pubblicazione è stata da particolari circostanze attraversata, ma vedrà or ora la luce. Essa è divisa in quattro capitoli: 1° la Logica non può basarsi sullo studio della organizazione, e dei suoi effetti: 2° la teoria di Condillac, che riduce le idee a sensazioni, e nega le idee astratte ed universali, è falsa. Essa tende a nascondere l'attività dello spirito nella formazione delle idee: 3° il sistema di Condillac sulle facoltà dell'anima è falso, perchè riduce lo spirito ad una perfetta passività, e distrugge tutte le sue potenze: 4° la dottrina dell autore intorno alle cause della sensibilità e della memoria è falsa. Essa ci porta a concludere contro a esistenza dell'anima.

rilevanti di metafisica, e sulla esistenza dell'anima. Difatto ivi si scorge le idee trasformarsi in sensazioni, le sensazioni in facoltà dell'anima, e finalmente queste facoltà con la sensibilità che tutte le racclude in una modificazione che fa vegetar l'animale. Nello sviluppo poi della parte tecnica di quel libro, astrazion fatta di poche riflessioni, si osserva un ammasso di contraddizioni, e di paradossi, de' quali eccone i principali.

La organizzazione viene in quella Logica in cattedra innalzata per dettar lezioni, e la osservazione vi è confusa con l'arte di ragionare, e con la scienza del raziocinio. Gli organi divengono i primi elementi di un linguaggio innato, che non esprime idee, ma ch'è il mezzo di communicazione fra gli uomini. I segni precedono le idee, danno loro la legge, e servono ad un tempo per formarle, analizarle, esprimerle. Le lingue quindi diventano metodi che guidano a nuove scoverte, a cognizioni novelle. Le idee astratte e generali non sono che nomi, cioè suoni: tuttavia parlare, ragionare, formarsi idee astratte e generali è la stessa cosa; e questo principio riducendo il raziocinio ad una connessione di suoni, al canto degli uccelli, basta per coronare una Logica.

Che cosa è un raziocinio? una serie di proposizioni affatto identiche, che prendendo la forma dell'equazioni si traduce esattamente, l'una quindi, potrebbe concludersi, non dice più dell' altra, ed il raziocinio non estende di un punto le nostre cognizioni. Ed ecco abbozzato il quadro, che presenta come in miniatura nei punti che vieppiù colpiscono tutta la importanza della Logica di cui si tratta, e che ben lungi di contenere dal principio sino alla fine, come l'autore pretende, una serie di proposizioni identiche egualmente provate, e le une derivanti dalle altre, non vi si scorge per lo più che una concatenazione di paralogismi, e di contradizioni, che sorprendono ad ogni passo lo analizzatore severo.

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