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RICERCHE

STORICO-ARCHITETTONICHE

SOPRA

IL SINGOLARISSIMO TEMPIO

DI SAN GIOVANNI

ANNESSO

ALLA METROPOLITANA

DI FIRENZE

DEL PROFESSORE

GIUSEPPE DEL ROSSO

FIRENZE

PRESSO GIUSEPPE MOLINI E COMP.

ALL'INSEGNA DI DANTE

1820.

FA 2195.2.15

ro poliôge Library July 1, 1914. Bequest of

Georgine. Lowell Putz

Frans for from

Widenss

neir

RICERCHE

STORICO-ARCHITETTONICHE

RELATIVE AL TEMPIO

DI SAN GIOVANNI

IN FIRENZE

L'INDAGINE delle varie e discordi opinioni riguardo alla fondazione del nostro Tempio di San Giovanni, ad oggetto di tessere del medesimo una qualunque siasi istoria, e quale è oggi possibile scriversi in tanta distanza di tempi, sarebbe fatica affatto inutile; attesochè le opinioni che hanno avuto corso fin qui non sono appoggiate a veruno autorevole documento, nè sottoposte ad un critico esame. Che faremo dunque? Tenteremo se coi lumi generali della storia politica, unitamente a quella dell' Arti, alcun debolissimo raggio ci rischiarasse fra tanta oscurità; e faremo abbastanza, se ci riuscirà di distogliere da indagini ulteriori, quando si renda manifesta la loro inutilità.

CAPITOLO I.

Sulla pretesa vetustissima antichità
di questo Tempio.

Se si può sperare di prendere una strada che possa condurci a qualche verità, ciò non sarà mai, se non dopo aver riconosciuto tutte quelle che conducono all' errore. Nel secolo in cui siamo pervenuti, quelli autori che trattano di cronologie e di fatti accaduti molti secoli avanti al tempo in cui scrissero, meritano in questa parte il nostro rispetto, ma non la nostra fiducia. Così nel caso nostro chi si appoggiasse alla Cronica di Gio. Villani, e ad altra che dicesi inedita, nella Libreria Mediceo-Laurenziana (1), per provare che il celebre Tempio di S. Giovanni quale egli è al presente, esiste fino dai tempi di Ottaviano, si abuserebbe del pubblico, il quale esige la più severa circospezione sopra tutto ciò che avanziamo.

Non è gran fatto che a questi scrittori, maravigliati dalla sontuosità di questo edificio, e dalla ricchezza dei materiali che lo compongono, sembrasse riconoscere in esso un' opera del miglior secolo di Roma e dell'Italia, nè diversamente avranno pensato quelli Artisti che vivevano allora, troppo deviati dai buoni studj, ed incapaci di fare delle comparazioni fra questa e le molte fabbriche, che in buon dato

esistevano, dei più felici tempi dell'Impero. Ma che altri autori più a noi vicini si siano del pari ingannati circa questa credenza, dopo che tanta luce erasi sparsa per opera dei restauratori delle Belle Arti; dopo che erasi reso comune lo studio dei monumenti Romani, e che di questi erano stati ricercati e misurati i più minuti frammenti e reliquie, è ciò che deve fare più sorpresa. Sembra anzi che costoro si siano a bella posta voluti smarrire con affettata ignoranza, piuttosto che diminuire a questo Tempio qualche secolo di vantata antichità. Così pensando non si sono accorti, che anzi che accrescergli pregio gli recavano infinito danno, perchè, come farò conoscere in seguito, considerandolo inalzato ai tempi di Ottaviano, ha dei difetti di arte incompatibili; all'opposto ponendo la sua edificazione ad un' epoca posteriore che sembri la più probabile, può riguardarsi come un prodigio dell'arte. Domanderemo dunque adesso, anche a parità di ragioni e di prove, quale delle due epoche vorrebbesi preferire, come la più gloriosa per la nostra Città; nè vi sarà persona di buon senso che non si dichiarasse per la seconda. I ragionamenti che seguono spero che ne persuaderanno chiunque diversamente pen

sasse.

Abbandonando dunque l'idea che questo Tempio sia stato elevato dalle Colonie Roman al loro Marte, e perchè non vi è alcuno scrittonon dirò coevo al suo proteso inalzamento,

re,

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