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chirlo per nuove illustrazioni. Alla prima questa seconda via si è da noi preferita, e perchè più certi di offerir per tal modo ai nostri Lettori un pregevole comento della divina Commedia, indipendentemente dal merito di ogni nostra aggiunta; e perchè, seguendo un tale sistema, ci riusciva più facile il far conoscere gli autori che concorsero in questa nostra edizione a maggiormente illustrare il Poema; e perchè finalmente in tal guisa abbiamo potuto tenerci sovente dal proferire il nostro giudizio sulla interpretazione di molti passi controversi, riportando imparzialmente le diverse opinioni de' Chiosatori, e lasciando che il Lettore ne giudichi pur da sè stesso, costringendolo così a far uso frequente del proprio criterio.

La nostra scelta cadde perciò sul comento del celebre P. Lombardi, il quale, per comune consentimento de' veri dotti, è il migliore di quanti ne furono pubblicati fino a'nostri giorni. Quel chiarissimo Comentatore, insinuatosi più di ogni altro nello spirito filosofico ed istorico de' tempi dell'Alighieri, e nelle pittoresche immagini di lui, giunse a risarcire molti luoghi del Poema guasti o per l'incuria o per la ignoranza degli amanuensi, a porre in chiara luce parecchi oscuri passi stati fino a lui dalla moltitudine degl'interpreti o senza veruna chiosa trascurati, o malamente spiegati, ed a farsi il più valido apologista contro que' fastidiosi e temerarj che ne' loro scritti osarono di censurare il grande Alighieri.

Pubblicato ch'ebbe il Lombardi in Roma nel. l'anno 1791 pei tipi del Fulgoni questo suo illustre lavoro, riveduto da capo a fondo dal tanto celebre Ennio Quirino Visconti, i dotti ne presagirono grandi cose, e riscosse meritamente gli applausi non solo della Italia nostra, ma ben anche dell'estere e più colte nazioni. La Lombardina del 1791 venne con favore accolta ovunque, e con avidità ricercata così, che ne mancarono ben tosto gli esemplari al commercio; nè v' ha ristampa della divina Commedia a quella posteriore, per cui gli Editori non siensi giovati a dovizia di sì pregiato comento.

Due altre edizioni della divina Commedia col comento Lombardi si eseguirono in Roma dal colto tipografo il sig. Filippo De-Romanis. La prima, nitidamente stampata, nel 1815-17 in quattro volumi in 4o, e la seconda in 8.° nel 1820, la quale, come si avvertì, è tuttora in corso di stampa. Per questa nostra edizione, e come si disse nel Manifesto 27 Aprile 1819, abbiamo seguita particolarmente quella del 1815-17, avendo però avuto ricorso anche alla prima del 1791 ove ci occorse di riprodurre intero il comento Lombardi, quando il De-Romanis, per dar luogo a nuove chiose, avealo tralasciato. Si è fatto pur uso della sovraccennata del 1820, in ordine alle antecedenti, detta da noi terza romana, e in cui, per opera dell'egregio Editore, oltre le va rianti de codici Angelico, Vaticano 3199 e Antaldino, si leggono altre nuove dichiarazioni.

Tutte le giunte al comento Lombardi, inserite dal De-Romanis nella edizione 1815-17, si sono da noi riportate in questa nostra, indicandole coll'asterisco da lui pure usato. Ai loro luoghi per entro il comento si collocarono le poche illustrazioni del testo che si comprendono nelle giunte raccolte nel quarto volume dell'anzidetta edizione, e sono quelle de' chiarissimi sigg. Urbano Lampredi e cav. Dionigi Strocchi. Notiamo qui di averlo anche seguito nella cura ch'egli si è data di citare, invece del Prospetto de verbi toscani, come fece il Lombardi, la Teoria e Prospetto de verbi italiani del Prof. Ab. Mastrofini, per quanto concerne alle anomalie dei verbi e loro esempj. Come poi tutto ciò che il De-Romanis ha pubblicato nel quarto volume della citata edizione siasi da noi e con quali aggiunte riprodotto nel quarto e quinto di questa nostra, si potrà conoscere dalle prefazioni di quei volumi medesimi.

Pochissime illustrazioni di qualche momento intorno alla divina Commedia si pubblicarono dopo \ il Lombardi e fino a' giorni nostri, che non siensi da noi esaminate, e delle quali non rendasi conto nelle nostre giunte al comento di lui. Si ebbe perciò ricorso al Dante colle note del Portirelli, Milano 1804; alle già citate edizioni del Poggiali, Livorno 1807, e del Biagioli, Parigi 1818; alla splendida fiorentina dell'Ancora 1819, pubblicata per opera de'sigg. Renzi, Marini e Muzzi; alla bologne

se 1819 in corso, procurata dal Macchiavelli; alle note del celebre Magalotti ai primi cinque canti, e a quelle del sig. Filippo Scolari ai canti medesimi; alle Correzioni del Perazzini, e a tutte le illustrazioni sparse per entro la Proposta del ch. cav. Monti. Si ha dato pur luogo al breve comento inedito dell'insigne letterato veronese Giuseppe Torelli, comunicatoci nel ms. autografo dalla gentilezza del dotto Archeologo il ch. sig. Labus. Sul fine di quel ms. leggesi notato dall'Autore stesso cosi: L. D. G. lo Gius. Torelli Veronese terminai di stendere queste dichiarazioni sopra la divina Commedia di Dante, cominciando dal Can. 13. dell'Inferno, e da quello imparandola a mente, questa mattina delli 11 Giugno 1775 in Verona. Ma ne dichiarò in seguito anche i primi dodici canti, trovandosene le dichiarazioni autografe aggiunte al ms. medesimo. Questo pregevole lavoro del Torelli intese certamente di accennare il Perazzini alla fac. 58 dell'opera stampata pel Moroni di Verona nel 1775 in 4.o col titolo: Correctiones et adnot. in Dantis Comoediam, ove dice: si litterati veron enses vellent, et praecipue losephus Torellus, vir ingenio, eruditione, studiisque geometriae et poesis illustris, si vellent, inquam, in commune conferre, quae singuli detexerunt, novamque Dantis editionem suscipere, divina Comoedia prodiret in soccis novis

et suis.

Moltissime altre operette filologiche, uscite in

questi ultimi tempi alla luce, e che tendono ad illustrare qualche passo del nostro grande Poeta, sono state per noi svolte a fine di cogliere tutto quel meglio che da noi si poteva; e possiamo far fede al Pubblico che non abbiamo perdonato certamente nè a spese, nè a ricerche, nè a fatica, onde nulla mancasse a questa nostra edizione; e, così avendo adoperato, abbiamo altresì potuto arricchirla di varie inedite illustrazioni, comunicateci dalla cortese amicizia di alcuni letterati, il nome de' quali si è da noi ricordato ai respettivi luoghi con sentimento di ben giusta riconoscenza. Nè a ciò soltanto si è ristretto il nostro lavoro, rari non essendo que' luoghi, ne'quali non siasi qualche cosa aggiunto anche del nostro Che se talvolta ci siamo forse sviati dal vero, o male abbiamo côlto nel segno, ci confidiamo che il discreto Lettore terrà buon conto della retta nostra intenzione.

Ed a giovare viepiù gli studj de'giovani, ai quali la presente edizione vuolsi preci puamente raccomandare, inserito abbiamo ai loro luoghi le osservazioni grammaticali di nostra lingua, e quelle sull'esame letterario del Poema, che si riscontrano nel comento del sig. Biagioli, lavoro che in questa parte, a nostro parere, ha molto pregio.

Non così possiam dire del resto di quel suo comento, perchè, più presto che la verità e la sana critica, vi predomina lo spirito di contraddizione› la smania di primeggiare, e la intolleranza delle al‍

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