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Che 'n su si stende, e da piè si rattrappa.

appresso a quella della Crusca, che ha mutato Talvolta in Talora, senza dirne il perchè, nè citar manoscritti.—od altro, la Nidob.; o altro, l'altre edizioni. ➡ch'agrappa-A scoglio, legge il Vat. 3199.

136 Che 'n su ec., che nella parte superiore, cioè nel capo e nelle braccia, distendesi, e nella inferior parte, cioè nelle cosce e nelle gambe, ripiegasi.

ARGOMENTO

Descrive il Poeta la forma di Gerione. Poi segue

che discesi ambedue su la riva che divide il settimo cerchio dall'ottavo, e chiamato colà Gerione, Virgilio rimane con esso lui, ed egli seguita alquanto più oltre per aver contezza della terza maniera de violenti, cioè di quegli che usano la violenza contro l'arte. Infine tornandosi a Virgilio, discendono per aria nell'ottavo cerchio sul dosso di Gerione.

Ecco la fiera con la coda aguzza,

Che passa i monti, e rompe muri ed armi :
Ecco colei, che tutto il mondo appuzza;
Sì cominciò lo mio Duca a parlarmi,
Ed accennolle che venisse a proda,
Vicino al fin de' passeggiati marmi :

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1 al 3 Ecco la fiera ec. Fingendo che questa fiera sia l'immagine della fraude, dice ch'ella avea la coda aguzza ed appuntata si fattamente, che passava (cioè traforava) monti, e rompeva muri ed armi; perciocchè non è al mondo cosa sì difficile e dura, che il malizioso con la sua acutezza non passi. ap. puzza, ammorba e corrompe. DANIELLO. i muri e l'armi, legge l'Ang. E. R., e il Vat. 3199. ←◄

5 accennolle, alla fiera. - a proda, a riva.

6 al fin de passeggiati marmi, alla estremità delle marmoree sponde, su delle quali passeggiavano i due Poeti ( come

E quella sozza immagine di froda

Sen

venne, ed arrivò la testa e 'l busto;
Ma in su la riva non trasse la coda.
La faccia sua era faccia d'uom giusto,
Tanto benigna avea di fuor la pelle,
E d'un serpente tutto l'altro fusto.
Duo branche avea pilose infin l'ascelle:

è detto nel canto XIV. v. 83. e 141.), edivi sopra l'ottavo
chio avean termine. Così anche il cav. Monti [a].

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8 9 arrivò per trasse su la riva; e però siegue: Ma in su la riva non trasse la coda. Solo adunque con la testa e col busto entrò Gerione sopra la riva, acciò potessero i Poeti montargli addosso. »in su la riva non trasse la coda. Però che la fraude sempre cela e nasconde il suo fine. Così l'Anonimo nella E. F. Nel Vocab. della Cr. arrivare in senso attivo vuol dire condurre a riva; ma in questo significato non è più in uso, ed è comunissimo l'altro significato neutro di pervenire, giungere. Cosi il sig. Poggiali, volendone da ciò inferire che qui gran caratteri di probabilità acquista la variante del suo codice: Sen venne a riva con la testa e 'l busto, che rende il verso migliore, conserva il sentimento, ed esclude il verbo arrivare in senso attivo, che per avventura molto non piaceva anche al tempo di Dante.←◄

10 faccia d'un giusto, legge l'Ang. E. R. Da questa descrizione di Gerione sembra che l'Ariosto abbia desunta quella della fraude, dicendo di essa:

grave,

Avea piacevol viso, abito onesto,
Un umil volger d'occhi, un andar
Un parlar sì benigno e sì modesto,
Che parea Gabriel che dicesse Ave;

Era brutta e diforme in tutto il resto. E. R.

La descrizione qui fatta della frode da Dante è sottilmente e propriamente presa, secondo l'Anonimo, dal Genesi, c. 3. E.F. I la pelle, per l'esterno, per l'apparenza.

13 Due branch'avea pilose insin l'ascelle, legge il cod. Vat. 3199.*

[a] Prop. vol. 3. P. 1. fac. 104.

Lo dosso, e 'l petto, ed ambedue le coste
Dipinte avea di nodi e di rotelle.
Con più color sommesse e soprapposte

Non fer ma'in drappo Tartari, nè Turchi,
Nè fur mai tele per Aragne imposte.
Come talvolta stanno a riva i burchi,
Che parte sono in acqua, e parte in terra,
E come là tra li Tedeschi lurchi,

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14 15 coste, per lati. di nodi e di rotelle: attissimi simboli di frode sono questi. Il nodo, cioè l'inviluppamento di fune o d'altra flessibile materia, indica l'inviluppo di parole che usa il fraudolente, e la mira che ha sempre d'inviluppare ed illaqueare altrui. La rotella poi, ossia scudo, come serve al guerriero per coprirsi al nemico, accenna l'occultare che il fraudolente fa delle inique sue mire ad altrui.

16 sommesse e soprapposte. Soprapposta è quel risalto che ne' drappi di varj colori rileva dal fondo; e sommessa, nome sostantivo (come soprapposta), è il contrario di soprapposta. Il Daniello spiega alla goffa, sommessa, veste da portar sotto. VENTURI.

17 ma', sincopato di mai, attesa la seguente i. - Tartari, nè Turchi. Tartari, Turchi e Mori sopra de' suoi drappi molto artificiosamente tessono. VELLUTELLO. mai drappo, legge il cod. Ang. E. R., e il Vat. 3199. ←

18 per Aragne, insigne tessitrice di Lidia, cangiata da Pallade in un ragno, perchè osò di provocarla a chi filava e tesseva meglio. -imposte, poste sul telaro, o telaio, che vogliam dirlo. VENTUri.

19 20 burchi, spezie di navilj che si tirano mezzi in terra, e l'altra metà sta in acqua, quando non si navica. BUT, citato nel Vocabolario alla voce Burchio.

21 Tedeschi lurchi, Tedeschi golosi, bevitori e gran mangiatori: Dediti somno, ciboque. Tacit. de Mor. Germ. Lurchi viene dal latino. Così Lucilio: edite lurcones, comedones, vivite ventres. VENTURI. Secondo l'Anonimo, citato nella E.F., lurco significa divoratore immondo. È da riflettersi che i nostri padri davan questo epiteto sempre in disprezzo: Terenzio

Lo bevero s'assetta a far sua guerra;
Così la fiera pessima si stava

Su l'orlo che, di pietra, il sabbion serra.
Nel vano tutta sua coda guizzava,
Torcendo in su la venenosa forca,
Ch'a guisa di scorpion la punta armava.
Lo Duca disse: or convien che si torca
La nostra via un poco, infino a quella
Bestia malvagia, che colà si corca.

Però scendeinino alla destra mammella,

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ad un lurco aggiunge edax, furax, fugax. - tra li Tedeschi, cioè su le rive del Danubio, ove trovasi il bevero, del quale per dire.

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22 Lo bevero, il castoro. La Nidobeatina legge, bivero, e così il Vat. 3199 che s' accosta meglio al fiber, nome latino del castoro medesimo. s'asselta a far sua guerra, intendi, ai pesci di che si ciba: e per questo ( riferisce il Vellutello) sta con la coda, la quale ha squammosa, larga e molto grassa, nell'acqua, perchè movendola la ingrassa a modo d'olio, e così allettando i pesci, al gustar di quella li prende.

24 Su l'orlo che, di pietra, il sabbion serra. Fa qui il Poeta uso della sinchisi, e dice così invece di dire: Su l'orlo di pietra, che il sabbion serra, termina intorno.

26 la venenosa forca, la venenosa biforcuta punta.

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che si torca La nostra via ec. dalla sponda, su della quale camminato avevano, rettilinea e mirante al mezzo dell'Inferno, passando sul circolar orlo di pietra che terminava quel settimo cerchio; su del qual orlo erasi Gerione to, com'è detto nei vv. 23. e 24.

apposta

30 Bestia malvagia, e sopra al v. 23. fiera pessima chiama il Poeta Gerione; ma in ambedue i luoghi perchè è considerato come un'immagine della frode. POGGIALI.

31 scendemmo alla destra mammella, invece di al destro lato, continuando, cioè, sua direzione di girare da destra in sinistra, com'è detto nel canto XIV. 126. E dice scendemmo, perocchè la sponda del fiume era più alta dell'orlo del cerchio.

I poeti non vanno da destra in sinistra, ma fanno anzi

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