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alla fine del Canzoniere di Dante tradotto dal nostro

autore:

"Canzon, tu puoi sicuro dir che Dante
Fu piombo e vetro d'ogni coscienza,
E puoi mostrar che tutta sua sentenza
Esalta la virtù, e i vizi offende:
Seguitando la chiesa militante,

Mostra giustizia in sua aspra sentenza;
Mostra misericordia e penitenza,

E vita eterna quanto può gioconda;

E qui il suo dir si fonda,

Che in Maria sta beatitudo,

E di lei si fa scudo

Per dar conforto alla natura umana,
Fortificando la fede cristiana."

[Le note che si trovano nel libro senza nome espresso nè accennato per lettere iniziali, sono dell'autore originale. A queste noi ne abbiamo aggiunte alcune poche riguardanti la disciplina o la credenza dei Cattolici Romani, e poche altre di vario genere: queste e quelle son segnate delle sigle G. P.-Se nelle prime abbiamo errato, noi le sottomettiamo alla censura ed alla correzione di coloro che sono in tali materie meglio istruiti di noi; e quando le seconde vertono intorno ad una od altra opinione, noi abbiamo detto quello che ci è parso consentaneo alla ragione, ma non diamo il nostro giudizio per infallibile.]

ALL' ILLUSTRISSIMO SIGNORE

IL SIGNOR CARLO LYELL

DI KINNORDY IN SCOZIA.

DAL QUALE IL TRADUTTORE

AVENDO RICEVUTO IN DONO UN MAGNIFICO ESEMPLARE

DELL' OPERA ORIGINALE DI QUESTO LIBRO

LA TRADUSSE

E NE GLI MANDO IL MANOSCRITTO.

EPISTOLA.

A te, Signor, fa il libro tuo ritorno,

Non qual mi giunse in foggia signorile,
Ma in abito straniero e disadorno.

Manifestato in elegante stile

Di Dante hai tu il valor, l'ingegno e l'arte

E l'hai difeso da un assalto ostile.

Dal retto il tuo parlar non si diparte

Col dir che d'empietà non son macchiate

Le sue profonde cristiane carte.

Io dunque le tue pagine ho voltate

Nella tosca mia lingua a far che sieno
Lette ove nacque, ed esul visse il vate.
Il manoscritto oso mandarti, e appieno
Sarò contento s'ei saratti accetto,

O se nol credi di te indegno almeno.
Goduto nel tradurre ho quel diletto
Che dalla verità nel cor deriva,
E dolcemente appaga l'intelletto.
E se quest' opra in Ausonia arriva
Dove il poeta altissimo si onora,
Avverrà ch' alta gloria a te si ascriva.
Cosa a me sembra non veduta ancora

Ove con gusto delicato e fino,

Di bellezza ogni pagina s' infiora.

Mentr' io scriveva, in un regal giardino,

Dall' immaginativa trasportato,

Mi parea gire, or presso a un cristallino Ruscello, or per vial d' alberi orlato

Tra l'armonia di vispi augei canori,

Ed ora per fiorito ameno prato.

Or passeggiar credea tra mirti e allori,
Tra rose e gelsomini, e differenti
Altri vistosi e profumati fiori.

Ciò nasceva dai giusti sentimenti

Che in difesa di Dante in carta esprimi

Con detti liberali e convincenti,

E perchè ad essi mesci i più sublimi
Ed i più vaghi fiori del poeta,
E dai pungenti sterpi gli dirimi.
Sempre di perfezion tocchi la meta,

Ma allor te vinci che seguendo vai
Beatrice e Dante in ciaschedun pianeta;
Chè a misura che in lei crescono i rai
D'ineffabil bellezza, e più il piacere
Crescer nell' alma del lettor tu fai.
Ed allor ch' all' empireo infra le schiere
Dei beati e degli angeli si arriva,

Oh quai portenti appaiono al pensiere! La mente umana, ancor che intellettiva, Tra essi si smarrisce, e sol diletto Da immagini poetiche deriva. Pien di teologia la lingua e 'l petto, Tu sveli quei reconditi misteri,

E l'importar ne mostri all' intelletto. Molto si è scritto intorno all' Alighieri; Molto pur se ne scrive tuttavia,

Ed aperti a ciò far son due sentieri;

L'un di sottil taciuta allegoria

Sparsa in immenso e periglioso mare,
E l'altra di moral filosofia.

Chiara questa ed aperta al senso appare,
E assai sovente dal poeta stesso
Accennata ci vien senza esitare.

Per essa a caminar tu ti sei messo
Che dichiarata vien sicura e vera:
Dell' altra schivi lo spinoso ingresso.
Per te spiega il poeta la bandiera

D' ortodosso cristiano, e per te splende
In gloriosa trionfal maniera.

Ed alla gioventù che il sentier prende
Verso il Parnasso e verso l' Ippocrene,
L'opra utile e piacevole si rende ;
Chè dai passi più vaghi che contiene

Da te scelti ed esposti saggiamente,
S'impara a farsi grati alle Camene.
Spero che l'opra andrà liberamente
Tra' popoli cattolici Romani,

Chè ancor che sii da essi dissensiente, Della chiesa rispetti e dei sovrani

La legislazion sacra e civile,

E vorresti veder tutti i cristiani

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