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LETTORI

Dando questa nuova edizione della Divina Commedia, nella quale ho seguito il Testo citato dagli Accademici, mio intendimento è stato di riunire insieme, le une presso dell'altre, le varie Postille, che nei diversi esemplari di quella, servendo al suo studio, aveva inscritte Torquato Tasso.

Tutte le parole portate fuori dei margini, non che le dichiarazioni, o le osservazioni sono in questa ripetute a piè di pagina; i Versi poi, non che

le frasi, e le parole sotto segnate, le quali pare che avessero fatto, per qualche causa, particolare impressione in Torquato, sono impresse in carattere

corsivo.

Potranno così più agevolmente i lettori farsi una idea chiara dello stato delle differenti edizioni postillate; e cercheranno quindi di penetrare, avendole unite sotto l'occhio, i sentimenti, che la lettura della Divina Commedia facea nascer nella mente del gran Poeta, che l' andava meditando.

S'incontreranno pure qua e là poche varie lezioni proposte, che meritano d'esser considerate; come di considerazione degnissime mi sembrano le altre poche avvertenze, dalle quali apparisce quel che l'ingegno del Tasso trovava d' umano talvolta nei versi del divino Poeta.

Sopra ogni rimanente credo inutile il diffondermi, avendo a tutti i desiderj, che riguardano le presenti Postille, anticipatamente risposto il chiarissimo Sig. Professor Rezzi, nella Lettera che

segue.

G. ROSINI

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