Come che di ciò pianga, e che n'adonti. 73 Giusti son duo, ma non vi sono intesi: Superbia, invidia, e avarizia sono Le tre faville, che hanno i cuori accesi. 76 Qui pose fine al lacrimabil suono. Ed io a lui: Ancor vo' che m' insegni, E che di più parlar mi facci dono. 79 Farinata, e'l Tegghiaio, che fur sì degni, Jacopo Rusticucci, Arrigo, e 'l Mosca, E gli altri, ch' a ben far poser gl'ingegni, 82 Dimmi, ove sono, e fa ch' io gli conosca; Che disio mi stringe di sapere, gran Se'l ciel gli addolcia, o lo'nferno gli attosca. 85 E quegli: Ei son tra l'anime più nere: Diverse colpe giù gli aggrava al fondo; Se tanto scendi, gli potrai vedere. 88 Ma quando tu sarai nel dolce mondo, Pregoti, ch' alla mente altrui mi rechi: Più non ti dico, e più non ti rispondo. GIOLITO 88 Desiderio di fama. 72 Adonti v. r. 88. I dannati hanno desiderio di fama, come si rac. coglierà in questo e nei seguenti (1). E questo, forse (1) Vedi c. xш. v. 52, 55, c. XV. V. 119, 190.G. XVI. v. 66. 84, 85. L. M. R. perchè essendo privi del vero bene, ne desiderano almeno l'ombra, la quale dagli eletti e da quei che sono nel Purgatorio non è desiderata. DA FINO 73 Giusti son duo: Dantè e Guido Cavalcanti. 91 Gli diritti occhi torse allora in biechi: Guardomm'un poco, e poi chinò la testa : Cadde con essa, a par degli altri ciechi . 94 E'l duca disse a me: Più non si desta, Di qua dal suon dell'angelica tromba: Quando verrà lor nimica podesta, 97 Ciascun ritroverà la trista tomba, Ripiglierà sua carne, e sua figura, Udirà quel, che in eterno rimbomba. 100 Sì trapassammó per sozza mistura Dell'ombre, e della pioggia, a passi lenti, Toccando un poco la vita futura: 103 Perch'i' dissi: Maestro, esti tormenti Cresceranno ei, dopo la gran sentenza, O fien minori, o saran sì cocenti? 106 Ed egli a me: Ritorna a tua scienza, Che vuol quanto la cosa è più perfetta, Più senta 'l bene, e così la doglienza. 109 Tuttochè questa gente maladetta In vera perfezion giammai non vada, SESSA 91 al 93 Energia. 104 Ei, plurale. DA FINO confessa il final giudizio? 106 A tua sentenza, (*) Aristotelica. 111 D'essere tormentata dopo il giudizio. (*) L'edizione di Pietro da Fino legge 94 al 96 Come Virgilio Ritorna a tua sentenza, R. Tomo I. 7 112 Noi aggirammo a tondo quella strada, Parlando più assai, ch'ï' non ridico: Venimmo al punto, dove si digrada: 115 Quivi trovammo Pluto il gran nemico. SESSA 114 Digrada. v. r. CANTO VII. I ARGOMENTO Pervenuto Dante nel quarto cerchio, trova nel- Pape Satan, pape Satan aleppe, Cominciò Pluto con la voce chioccia: E quel savio gentil, che tutto seppe, 4 Disse, per confortarmi: Non ti noccia che poder, ch' egli abbia, Non ti torrà lo scender questa roccia. La tua paura, E disse: Taci, maladetto lupo: Consuma dentro te con la tua rabbia. 10 Non è sanza cagion l' andare al cupo: Vuolsi nell'alto, là dove Michele Fe'la vendetta del superbo strupo. 13 Quali dal vento le gonfiate vele Caggiono avvolte, poichè l'alber fiacca; Tal cadde a terra la fiera crudele. 16 Così scendemmo nella quarta lacca, Prendendo più della dolente ripa, Che 'l mal dell' universo tutto 'nsacca. 19 Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa Nuove travaglie e pene, quante i̇' viddi? E perchè nostra colpa sì ne scipa? 22 Come fa l'onda là sovra Cariddi, Che si frange con quella, in cui s' intoppa; Così convien, che qui la gente riddi . 25 Qui vidio gente, più ch'altrove, troppa, E d'una parte e d'altra con grand' urli, SESSA 12 Nota strupo in questo 20 Viddi per d doppia. 10 Cupo, fondo. 12 Strupo, peccato dell'Angelo. 13 e 14 Comparazione. 21 Scipa, dissipa. |