76 Tutti gridavan: Vada Malacoda: Perch'un si mosse, e gli altri stetter fermi, E venne a lui, dicendo, che gli approda: 79 Credi tu, Malacoda, qui vedermi Esser venuto, disse 'l mio maestro, Securo già da tutti i vostri schermi, 82 Sanza voler divino, e fato destro? Lasciami andar, che nel Cielo è voluto, Ch'i' mostri altrui questo cammin silvestro. 85 Allor gli fu l'orgoglio sì caduto, Che si lasciò cascar l' uncino a' piedi, E disse agli altri: Omai non sia feruto. 88 E'l duca mio a me: O tu, che siedi Tra gli scheggion del ponte, quatto quatto, 91 Perch'i' mi mossi, e a lui venni ratto: 97 I'm'accostai con tutta la persona, Lungo 'l mio duca, e non torceva gli occhi Dalla sembianza lor, ch'era non buona. 100 Ei chinavan gli raffi, e Vuoi ch'ï''l tocchi, Diceva l'un con l'altro, in sul groppone? E rispondean: Sì, fa che gliele accocchi. 103 Ma quel Demonio, che tenea sermone Col duca mio, si volse tutto presto, E disse: Posa, posa, Scarmiglione. 106 Poi disse a noi: Più oltre andar, per questo Scoglio non si potrà; perocchè giace Tutto spezzato al fondo l'arco sesto : 109 E se l'andare avanti pur vi piace,· Andatevene su, per questa grotta: Presso è un altro scoglio, che via face. 112 Jer, più oltre cinqu' ore, che quest'otta, Mille dugento con sessanta sei Anni compiér, che qui la via fu rotta . 115 I'mando verso là di questi miei A riguardar, s'alcun se ne sciorina: Gite con lor, ch'e' non saranno rei. 118 Tratti avanti, Alichino, e Calcabrina, Cominciò egli a dire, e tu, Cagnazzo, E Barbariccia guidi la decina . SESSA 116 Sciorina . v. r. DA FINO 112 a 114 Perchè nella morte di Cristo si spezzasse quel ponte. 116 Sciorina, scuopre. 121 Libicocco vegna oltre, e Draghignazzo, Ciríatto sannuto, e Graffiacane, E Farfarello, e Rubicante pazzo. 124 Cercate intorno le bollenti pane: Costor sien salvi, insino all' altro scheggio, 127 O me', maestro, che è quel, ch'i' veggio? Se tu sa' ir, ch'ï' per me non la chieggio. i 130 Se tu se'sì accorto, come suoli, Non vedi tu, ch' e' digrignan li denti, E con le ciglia ne minaccian duoli? 133 Ed egli a me: Non vo', che tu paventi: Lasciali digrignar pure a lor senno, Ch'e' fanno ciò, per li lessi dolenti. 136 Per l'argine sinistro volta dienno: Ma prima avea ciascun la lingua stretta, Co' denti, verso lor duca, per cenno; 139 Ed egli avea del cul fatto trombetta. SESSA 124 Pane. v. r. 130 Suoli. v. r. 132 Duoli, nel numero del più. 135 Non inteso dal di. chiaratore delle parole di grignar, lessi (1). 124 Pane, panie. (1) Parla delle Chiose del Landino. L. M. R. CANTO XXII. ARGOMENTO Avendo nel Canto di sopra Dante trattato di co- 1 Io vidi già cavalier muover campo, Ferir torneamenti, e correr giostra, 7 Quando con trombe, e quando con campane, Con tamburi, e con cenni di castella, E con cose nostrali, e con istrane: 10 Nè già con sì diversa cennamella Cavalier vidi muover, nè pedoni, Nè nave a segno di terra, o di stella . 13 Noi andavam con li dieci Dimoni: (Ah fiera compagnia! ) ma nella chiesa Co'santi, e in taverna co' ghiottoni. 16 Pure alla pegola era la mia intesa, Per veder della bolgia ogni contegno, E della gente, che 'ntro v'era incesa. 19 Come i delfini, quando fanno segno A' marinar con l'arco della schiena, Che s' argomentin di campar lor legno; 22 Talor così ad alleggiar la pena Mostrava alcun de' peccatori 'l dosso, Ma come s'appressava Barbariccia, 31 Io vidi, ed anche 'l cuor mi s'accapriccia, |